LA FILOSOFIA
La filosofia significa letteralmente "amore per la sapienza", è un campo di studi che si pone domande e riflette sul mondo e sull'essere umano, indaga sul senso dell'essere e dell'esistenza umana, tenta di definire la natura e analizza le possibilità e i limiti della conoscenza. La Filosofia nasce intorno al VI-VII secolo a.C. in Grecia, e precisamente nella polis di Atene, che era l'essenza della democrazia, dove ognuno poteva esprimere le proprie idee nelle piazze, agorà. I Greci hanno viaggiato perché amavano molto la concezione della realtà. Seguendo una tradizione consolidata, si può classificare i principali filosofi che operarono tra il VII e il V secolo a.C, prima nella colonie greche della Ionia, poi nella Magna Grecia e quindi ad Atene, nelle seguenti scuole:
• gli ionici, originari della città ionica di Mileto: Talete, Anassimandro e Anassimene
• i pitagorici, che fondarono una scuola a Crotone, da cui si diffusero in molte città greche dell’Italia meridionale: Pitagora e la comunità dei suoi allievi
• gli eraclitei, operarono nella città ionica di Efeso: Eraclito e i suoi discepoli
• gli eleati, il cui esponente più importante è Parmenide, che fondò la scuola nella città di Elea
• i fisici pluralisti, rappresentati da tre grandi pensatori: Empedolce di Agrigento, Anassagora di Clazomene e Democrito della città di Adbera.
Socrate, Platone e Aristotele, che ebbero discepoli con cui dialogare e riflettere, rappresentano il pensiero più maturo della filosofia greca classica.
GLI IONICI E IL PROBLEMA DELL’ARCHÈ
-qual è l'origine dell'universo?
-come si spiega la vita sulla terra?
-perché le cose sono come sono e accadono come accadono?
La prima riflessione filosofica si sviluppa nella Ionia intorno al settimo e quinto secolo avanti Cristo. Coloro che inaugurarono questo nuovo stile di pensiero sono Talete, Anassimandro e Anassimene. Essi possedevano alcune fondamentali conoscenze di carattere tecnico-scientifico, ricevute dai sapienti della Media e della Babilonia. Si tramanda che Talete abbia previsto con largo anticipo delle eclissi e che Anassimandro abbia inventato la prima carta geografica e importato in Grecia, dall'oriente, le conoscenze tecniche per costruire l'orologio solare. Essi hanno tentato di spiegare i fenomeni atmosferici e meteorologici facendo ricorso a cause naturali e non più mitiche. Essi sono dunque i primi geografici e tecnici dell'Occidente; ma a loro va soprattutto il merito di essersi interrogati per primi sulla natura multiforme e di aver individuato una causa, un principio originario(archè) da cui tutte le cose derivano. L'archè rappresenta sia la materia di cui sono fatte le cose, sia la forza che le ha generate, sia la legge divina ed eterna che le governa e le rende intelligibili all'uomo.
Talete pensava che il principio primordiale fosse l'acqua, sulla base dell'osservazione e del buon senso che mostrano come ogni cosa vivente sia intrisa di questa sostanza .
Talete identificò quindi il principio originario (archè) nell'acqua, da lui considerata fonte, sostanza e termine ultimo della realtà. L'importanza di Talete per la filosofia sta proprio nel fatto che per la prima volta, per spiegare la realtà, non venga più utilizzato il mito, quindi immagini, ma il puro ragionamento, attraverso concetti.
Oltre alla filosofia, Talete si occupò anche di matematica e geometria: è noto, per esempio, il suo teorema sulle rette parallele. Inoltre, secondo un aneddoto riportato da Plutarco, riuscì a misurare l'altezza della piramide di Cheope, piantando un'asta nel terreno e facendo una proporzione tra l'ombra dell'asta e quella della piramide, e l'altezza dell'asta e quella della piramide.
Anassimandro è il primo vero filosofo che si svincola dall’influenza di un pensare legato alla physis (alla natura) ed è quindi il fondatore della metafisica. L’Infinito che egli intuisce per primo è un Infinito assolutamente incondizionato ed indeterminato, poiché spazio, tempo e numero sono divisibili, e ciò che è divisibile è necessariamente limitato,e senza l’intuizione dell’Infinito non sarebbero possibili e quindi non si potrebbe pensare.
L’aria come archè è però concepita da Anassimene come un principio dinamico, che in quanto tale può dar conto, oltre che dell’unità, anche della molteplicità. Essa è infatti soggetta al dinamismo della rarefazione e condensazione: per la prima si trasforma in vapore e in fuoco, per la seconda in acqua e in terra. L’aria dà dunque conto insieme della diversità degli esseri che si presentano ai nostri sensi e dell’esigenza del nostro intelletto di trovare una sostanza che unifichi la molteplicità dei fenomeni.
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